E tu scendevi dal palazzo
Così bella, così dignitosa
Una principessa del tempo passato
Ed eri la mia Dea
La giovinezza arrideva all’ Idea
Della nostra prima cena assieme
E io, seduto in macchina
Mangiavo una Mentos
Perchè l’alito doveva essere
Purificato
E tu
Non arrivavi
E io
Camicia Bianca
Pantaloni di Vigogna
Axe come deodorante
Attendevo
Fremevo
Pensavo
Vagheggiavo
E Mangiavo Mentine
E Mentine
E Mentine
E tu, alla fine, Arrivavi
Bella,
Divina
Solare
E un bacino sulla Guancia
E una fredda Coca
Nella mano
Per farti perdonare della lunga attesa
In quel Caldo Agosto
E io Che
Mentina in Bocca
Per vederti sorridere
Bevevo la bevanda gassata
E Nella cavità orale
Si Formava
Un Frizzante bolo
Che in pochi attimi
Insozzava
Lordava
Puniva
Il vestito
La camicia
I Pantaloni
E mentre comprendevi
Nel gocciolare sul volante
Sul Sedile appiccicoso
Nelle scarpe nere oramai mangiate
Da acidi vari
Che l’unica cosa che si sarebbe bagnata quella notte
Sarebbe stato il fazzoletto con cui vi pulivate
Nei meandri
Profondi
Della terra
E del cuore
Sentivi ringhiare
LA bestemmia.
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